Sono scesi in piazza a migliaia contro la riforma dell’istruzione voluta dal Ministro Gelmini, ma la loro protesta è fortissima anche in rete, lontano da cortei e manifestazioni. Studenti, ricercatori precari, docenti e genitori hanno nell’ultimo mese creato una vera e propria rete “anti legge 133”, fatta di blog, forum e gruppi di discussione. Basta una rapida lettura ai tanti siti, aperti negli scorsi giorni per mobilitare il maggior numero di persone, per capire che questa protesta parte dal basso ed usa linguaggi nuovi e partecipativi, mettendo insieme movimenti sindacali organizzati e nuove entità nate per l’occasione.
A farla da padrone in questo scenario non potevano che esserci i blog. Facili da realizzare e gratuiti, negli ultimi giorni ne sono apparsi a decine, in molti casi più di uno per ogni Ateneo, persino divisi per facoltà o poli didattici. La velocità e la possibilità di alimentare un dibattito partendo da un post, lo rendono il mezzo perfetto per l’occasione. Nel mare magnum dei diari della rete, meritano una citazione le iniziative “dica133” di Firenze e “133.anche.no” di Pisa, ma sono in generale tutte le grandi Università d’Italia a rispondere all’appello, da Padova a Torino, da Milano a Napoli. Oltre ai siti local, crescono poi le reti tra collettivi, come Uniriot e i gruppi interuniversitari di coordinamento, senza dimenticare i sindacati degli studenti più rappresentativi, Udu e Uds, e quelli nati per l’occasione come “Taglia la Gelmini”. ( ... ... ... )
A farla da padrone in questo scenario non potevano che esserci i blog. Facili da realizzare e gratuiti, negli ultimi giorni ne sono apparsi a decine, in molti casi più di uno per ogni Ateneo, persino divisi per facoltà o poli didattici. La velocità e la possibilità di alimentare un dibattito partendo da un post, lo rendono il mezzo perfetto per l’occasione. Nel mare magnum dei diari della rete, meritano una citazione le iniziative “dica133” di Firenze e “133.anche.no” di Pisa, ma sono in generale tutte le grandi Università d’Italia a rispondere all’appello, da Padova a Torino, da Milano a Napoli. Oltre ai siti local, crescono poi le reti tra collettivi, come Uniriot e i gruppi interuniversitari di coordinamento, senza dimenticare i sindacati degli studenti più rappresentativi, Udu e Uds, e quelli nati per l’occasione come “Taglia la Gelmini”. ( ... ... ... )
Non ci sono però solo universitari, e questo lo si capisce leggendo il testo della petizione “Contro il maestro unico” , che ha ottenuto oltre 25.000 firme in un mese e mezzo. Tra gli altri documenti a cui si può aderire in rete ci sono anche lettere aperte realizzate dagli stessi studenti, come nel caso dei ragazzi dell’ITC Sipontino di Manfredonia, autori di una petizione che fino ad oggi ha ricevuto più di 500 firme.
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